Itinerario naturalistico: riserva naturale Monti Rognosi, Sasso di Simone, Alpe della Luna e Monte Nero
Riserva Naturale Monti Rognosi
I Monti Rognosi costituiscono un’area montuoso-collinare che si estende a nord-ovest di Anghiari, per una superficie di 172 ettari. La cima più alta (Monte della Croce) arriva a 680 m di quota e l’altimetria è compresa tra i 350 ed i 700 metri.
I monti Rognosi sono caratterizzati da rocce metamorfiche verdi scure. Su tale tipo di suolo si è sviluppata una vegetazione molto particolare ed un caratteristico paesaggio, che può apparire desolato e nudo a prima vista, ma che in realtà è ricco di specie botaniche e faunistiche.
Per quanto riguarda la fauna all’interno della Riserva sono molto presenti pettirossi, scriccioli, fringuelli e altre specie, più legate ai boschi di conifere, come cincia mora, fiorrancino e crociere. Nei boschi del fondovalle si trovano invece picchi e tordi. Comuni in generale sono i rapaci diurni come l’astore, il biancone e il lodolaio. E’ poi interessante ricordare che sono presenti in questa zona alcuni anfibi endemici italiani quali la salamandrina dagli occhiali e la rana appenninica.
Entro il 2008 sarà operativo il nuovo Centro Visita dell’area protetta presso loc. “la Fabbrica” – Ponte alla Piera (Anghiari).
Riserva Naturale Alpe della Luna
L’Alpe della Luna è una lunga dorsale che scende da nord a sud interessando i territori dei comuni di Badia Tedalda, Sansepolcro e Pieve S.Stefano. La superficie complessiva è di 1540 ettari e l’altimetria va dai 520 ai 1453 metri (Monte dei Frati). L’area è prevalentemente boscata, con alternanza di zone ad arbusti e pascoli.
Per quel che riguarda le specie animali, l’ospite più importante delle Alpi della Luna è il lupo. Tra i mammiferi troviamo poi cervi, caprioli e piccoli roditori. Tra gli anfibi è presente anche qui la rana appenninica.
Riserva Naturale Alta Valle del Tevere e Monte Nero
Il massiccio del Monte Nero si trova nella punta più a nord-ovest della Val Tiberina, vicino al confine della Toscana con l’Emilia Romagna, nel comune di Pieve S.Stefano. La superficie della riserva è di 470 ettari, con un’altitudine che va dagli 850 ai 1234 metri, nella vetta dell’omonimo monte.
La presenza di boschi vasti e poco frequentati rende la Riserva di Monte Nero adatta ad essere abitata da specie predatrici (mammifere e avicole) come il lupo, l’astore e lo sparviero. Oltre a queste specie è molto importante citare la presenza di picchi (picchio verde, rosso maggiore e minore, picchio muratore) e tra altri uccelli predatori,l’aquila reale e il falco. I mammiferi più diffusi sono quelli di piccola taglia e tra gli anfibi troviamo rane e tritoni.
Riserva Naturale del Sasso di Simone
Il massiccio del Sasso di Simone si trova nella punta più orientaledella Val Tiberina, dove la Toscana s’incontra con le Marche. Comunque il Sasso di Simone è interamente appartenente al territorio toscano e ricade nel comune di Sestino. Il Sasso di Simoncello (facente anch’esso parte della Riserva Naturale) è invece Umbro, e si trova in provincia di Pesaro. Anche se i due massicci si assomigliano molto per caratteristiche geologiche e floro-faunistiche.
Il Sasso di Simone ha un aspetto molto suggestivo, perché si staglia solitario dal terreno circostante, con una mole imponente.
La Riserva Naturale del Sasso di Simone è stata istituita nel 1996 e consta di una superficie di circa 1600 ettari, con un’altimetria che va dai 940 ai 1221 metri. Il suo territorio, oltre che per la particolare morfologia, suscita interesse da un punto di vista naturalistico e archeologico. Le pareti scoscese del Sasso sono ricoperte di scarsa vegetazione erbacea e arbustiva. Sulla sommità del rilievo sono invece presenti pascoli arbustati, con piante di ginepro, biancospino,rose selvatiche, rovi e ginestra odorosa.
Da un punto di vista zoologico l’interesse della Riserva Naturale del Sasso di Simone è costituito dalla presenza di avicoli tipici della zona montana. Sono presenti anche alcune specie di uccelli non strettamente legate ad ambienti forestali come anche alcune considerate in pericolo di estinzione. Tra i mammiferi è importante citare la presenza del lupo, che trova in questo ambiente indisturbato, il suo habitat ideale. Accanto al lupo vi sono poi cinghiali e caprioli, mentre tra i mammiferi di taglia minore sono presenti insettivori e roditori. Tra gli anfibi troviamo la rana appenninica, la raganella e le vipere, tra le specie più diffuse.
Da un punto di vista storico il Sasso di Simone è stato testimone di alterne vicende, che hanno visto la costruzione, sulla sua sommità, prima di un’abbazia benedettina sui resti di un edificio longobardo (attorno all’anno 1100). Successivamente, nel 1500 circa, vi venne edificata una fortezza dalla famiglia Malatesta. I Malatesta, quando nel 1520 cominciarono a perdere il loro potere, passarono la fortezza nelle mani della famiglia de’ Medici, che decise di costruirvi una città fortezza allo scopo di potenziare il suo potere in una zona così limitrofa. La costruzione della città venne iniziata, ma l’opera non è mai stata portata a termine, a causa dell’inaccessibilità del luogo e della distanza dai centri abitati. Attualmente sulla sommità del Sasso rimangono i resti di quell’opera architettonica rimasta incompiuta.