Le opere di Piero della Francesca ad Arezzo e in Valtiberina: Monterchi e Sansepolcro, borgo natìo di Piero
L’itinerario alla scoperta delle opere di Piero della Francesca, nella provincia di Arezzo, si snoda tra la Valtiberina, toccando le località di Sansepolcro e Monterchi, borgo natìo della madre Monna Romana, e la città di Arezzo.
L’Alta valle del Tevere, o Valtiberina, è il lembo più orientale della Toscana e trae il nome dal fiume che l’attraversa in tutta la sua lunghezza, fino al confine con l’Umbria. La Valtiberina fu confine e insieme punto d’incontro tra civiltà diverse, l’umbra e l’etrusca, la bizantina e la longobarda. Piero della Francesca, già nel natio Borgo San Sepolcro, intuì il segreto dello spazio e della luce e lo tradusse in pittura.
Il Museo Civico di Sansepolcro, città natale dell’artista, ospita quattro opere, il Polittico della Misericordia, la Resurrezione, il San Giuliano e il San Ludovico.
Lasciata Sansepolcro l’itinerario continua a Monterchi, nella Val Cerfone. Per questo borgo, adagiato su una collina al confine con l’Umbria, Piero della Francesca realizzò lo straordinario affresco della Madonna del Parto per l’antica chiesa di Santa Maria a Momentana.
L’itinerario nella terra di Piero prosegue e termina in Arezzo. Splendida città posta su una collina nella Toscana orientale a ridosso dell’Appennino Tosco-Romagnolo, fu una delle maggiori città etrusche e successivamente una strategica città romana. Piero della Francesca lasciò in questa città una delle più alte testimonianze pittoriche dell’arte del Rinascimento. La Basilica di San Francesco ospita nella cappella Bacci il ciclo affrescato della Leggenda della Vera Croce, il capolavoro che l’artista eseguì per la chiesa francescana tra il 1452 e il 1466 circa e nel Duomo di Arezzo, in fondo alla navata sinistra, è collocato l’affresco raffigurante la Maddalena.
Arezzo
Basilica di San Francesco: Leggenda della Vera Croce
All’unanimità è considerato il suo capolavoro, il ciclo di affreschi nel coro della Basilica di San Francesco – restaurato nella prima metà degli anni ‘90 [www.pierodellafrancesca.it] e visibile, oggi, nelle 12 scene create da Piero in tutta la loro coinvolgente teatralità – rappresenta un’umanità che tende all’icona nella sua perfezione terrestre, umana, dove la leggenda, ridotta all’essenziale, assume una risonanza epica.
Duomo: Santa Maria Maddalena
Solidamente dipinta attraverso una geometria del colore levigata e pura, la figura, caratterizzata dagli elementi tipici dell’iconografia della Maddalena, ispira un senso grave e solenne di sacralità.
Monterchi
Museo Madonna del Parto: Madonna del Parto
Dipinto in sette giornate di lavoro, l’affresco rappresenta uno degli esempi più alti dell’arte di Piero.
Capolavoro di sintesi figurativa e cromatica, di equilibrio, di essenzialismo formale, di misura e di estrema profondità emotiva, la Madonna del Parto è immagine di una dignità grave in cui il corpo della Vergine viene trasformato da solide geometrie.
Sansepolcro
Museo Civico
Polittico della Misericordia : Precoce manifesto di una nuova pittura, l’opera è subito indice della forza rivoluzionaria della sua pittura.
In un’iconografia che segue uno schema ben definito nella tradizione, Piero inserisce pose di grande modernità che caratterizzano fin dal principio la sua arte.
Resurrezione di Cristo: Di impianto fortemente geometrico nella costruzione dei volumi, l’affresco raffigura un Cristo imponente nella sua fermezza, dal portamento austero.
San Giuliano: Figura dell’assoluto, distante, trascendentale nella fisica e grave geometria, la figura identificata come San Giuliano è un inequivocabile esempio dell’unicità dello stile maturo di Piero.
San Ludovico: Testimonianza civica d’importanza fondamentale, esempio dell’opera di Piero nella sua città natale, l’affresco staccato dal Palazzo Pretorio, è l’unico frammento di un’opera ormai perduta.
Con circa un’ ora di viaggio si può raggiungere anche Urbino (opere della Galleria Nazionale delle Marche) e Rimini (Tempio Malatestiano).